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LUDI

Gare sportive e rappresentazioni sceniche di Roma antica, generalmente con origine religiosa. Noti fin dall'epoca di Romolo erano i giochi in onore del dio Conso (Consualia) che, secondo la leggenda, si stavano disputando durante il rapimento delle sabine. Altrettanto antichi erano gli Equirria (corse di cavalli), celebrati due volte all'anno nel Campo marzio. Tarquinio Prisco riorganizzò quelli che sarebbero stati i ludi romani o magni, per Giove Capitolino. I ludi plebei, organizzati dagli edili plebei, furono in origine circensi (celebrati nel circo Flaminio), ma presto vi si aggiunsero rappresentazioni teatrali, tra cui quelle di Plauto. Gli Apollinares si celebravano nei Prata Flaminia; i Megalenses onoravano la magna mater Cibele nel tempio sul Palatino; i Ceriales erano giochi circensi per la dea Cerere. Il ludus Troiae, eseguito da ragazzi a cavallo, consisteva in corse, giostre e finti combattimenti. Le naumachie erano battaglie navali simulate. I ludi acaenici (letteratura, musica e danza) furono aggiunti come rappresentazione teatrale ai ludi magni del 240 a.C. e vi furono poi rappresentate opere di autori come Livio Andronico e Terenzio. Speciali giochi ricordavano le vittorie di Silla e di Cesare: Victoriae Sullanae (sui sanniti a Porta Collina) e Victoriae Caesaris (quando, nel 46 a.C., fu dedicato il tempio a Venere Genitrice e furono organizzati combattimenti gladiatori e cacce ad animali feroci). I ludi saeculares, introdotti nel 249 a.C., dedicati agli dei inferi per il rinnovarsi del secolo, furono poi celebrati sette volte durante l'impero, a partire dal 17 a.C. sotto Augusto. I ludi augustales ricordavano il compleanno di Augusto (23 settembre) e poi ne commemorarono la morte. I ludi erano finanziati dallo stato, a cura di magistrati, oppure offerti da privati, ed ebbero sempre un significato politico come strumento per il consenso popolare.